“Dovremo anche preoccuparci di contrastare gli effetti negativi della Brexit –
ha esordito Linda Jackson, CEO di Citroen – e mentre aspettiamo di capire cosa
accadrà continueremo il nostro lavoro di costruttori di auto.” Una
considerazione oggettiva, condivisa dalle stime di perdite nei profitti per il
compartimento auto dell'ordine dei miliardi di dollari.
L'incognita più grande resta però la risposta degli scozzesi e degli irlandesi, un
fattore molto difficile da valutare, anche in relazione al deprezzamento della
sterlina.
Intanto l’industria francese spara il primo colpo con la Citroen C3, appena
giunta alla terza generazione e venduta, dal 2002 ad oggi, in più di tre milioni
e mezzo di unità, di cui oltre 500.000 in Italia, dove il mercato riserva uno
spazio importante al segmento B, cui appartiene la compatta francese.
“In questi ultimi anni Citroen ha operato nella direzione di ricreare quella sua
personalità spiccata che le è sempre appartenuta – ha continuato la Jackson –
posizionando il brand come costruttore generalista, in grado di coprire tutti i
segmenti.” “A modo nostro – ha continuato Linda Jackson – Citroen è un
marchio pensato per la gente, per sentirsi diversi e serenamente.” Una
promessa a 360 gradi, che riguarda il nuovo posizionamento del marchio, con
un piano a medio termine di PSA, che prevede un lancio di modello nuovo ogni
anno e in ogni area del mondo, riferito a Europa, Asia, Medio Oriente e Cina.
Tutto il panorama sarà riconducibile a 8 car lines, linee guida per modello, cui
si aggiungeranno progetti di veicoli commerciali prodotti in joint venture con
altri marchi. In particolare nei prossimi 18 mesi sono previsti 4 lanci con
cadenza regolare.
In questo contesto si inseriscono i 3,99 metri della nuova C3 (4 cm più lunga
della generazione precedente), che ha mutuato dagli altri modelli le soluzioni
migliori, “rubando” gli air bump contro gli urti laterali alla C4 Cactus, mentre la
parte frontale si rifà alla C4 Picasso più recente.
Scomparsa la forma a mezza goccia che l’ha contraddistinta fin dall’inizio, oggi
C3 ha una carrozzeria due volumi con 5 posti comodi e un vano bagagli di 300
litri, con finiture degli interni più ricche e un assemblaggio molto accurato. In
Italia arriverà in novembre con motori “estratti” dal cofano di altri modelli del
gruppo PSA e della stessa C3 precedente, ma è nelle linee che trova conferma
la rivoluzione avvenuta. Elegante ed originale senza essere chiassosa né
estrema, si divide con la DS3 le preferenze del segmento, offrendo 5 porte
contro le 3 della DS, e mantenendo però una grande possibilità di
personalizzazione, basata su 36 combinazioni differenti di vernice (con nuovi
colori), tutti gli abbinamenti possibili tra la tinta della carrozzeria e quella del
tetto, virtualmente isolato dall’effetto ottico dei montanti verniciati in nero per
staccarlo in modo netto dal corpo vettura.
Del resto un nuovo modello è frutto di studi di design accurati prima di varare
la soluzione finale; per C3, ad esempio, sono stati necessari 3 anni. In questo
intervallo di tempo sono stati ristudiati secondo nuovi obiettivi anche gli
interni, che ora sono caratterizzati da una fascia ad andamento orizzontale, per
sottolinearne l’appartenenza ai colori della carrozzeria grazie ad una fascia che
la incornicia e può essere in un colore in abbinamento a quelli degli esterni.
“L’avvento di Nuova C3, con tutti i tratti caratteristici di Citroën, darà nuovo
impulso al marchio. Una grande sfida per la nostra best seller, che
rappresenta oltre una vendita su cinque in Europa. La forte personalità e il
comfort sapranno conquistare nuovi clienti che chiedono carattere e modernità,
e ringiovanire l’immagine del marchio – ha continuato Linda Jackson – e nel
futuro a medio termine, non oltre il 2020, le soluzioni di alimentazione
proposte per la gamma motori comprenderanno benzina, gasolio e GPL, cui si
affiancheranno alternative elettriche e plug-in”.