Si svolgerà dal 7 all’11 giugno al parco Valentino nel capoluogo piemontese il salone dell’auto all’aria aperta, che già nella scorsa edizione aveva potuto contare su un grande afflusso di visitatori.
“ La terza edizione del salone dell’auto di Torino sarà caratterizzata da un calendario di eventi che coinvolgerà più aree della città – ha detto Andrea Levy nella conferenza di presentazione – con la partecipazione attiva di auto storiche, supercar, auto elettriche, un programma che ha riscontrato il gradimento dei molti marchi che hanno aderito alla manifestazione.”
Ma i numerosi rappresentanti delle case presenti hanno permesso anche di tenere una sorta di tavola rotonda su un argomento spinoso come il superbollo, che penalizza le auto con più di 185 Kw (251 Cv) con una misura ancora più penalizzante del primo provvedimento (Tremonti) che colpiva le potenze superiori ai 250 Kw (306 Cv).
“Introdotto nel dicembre 2011 dal governo Monti – ha specificato Romano Valente, Direttore Generale di UNRAE, l’associazione fra gli importatori di auto estere – il superbollo doveva generare maggiori introiti per il fisco stimati in 168 milioni di euro l’anno. La misura invece, ha provocato un impatto sul mercato decisamente negativo, dal calo dell’immatricolato (fino al 35%) fino al -38% del fatturato, mentre hanno avuto un’impennata le esportazioni di supercar, +115% nel 2012, +57% e +14% nei due anni successivi. L’introduzione del superbollo, quindi, si è rivelata un boomerang per il fisco.”
Molti tra i presenti, infatti, hanno criticato questo provvedimento impopolare e improduttivo.
Eugenio Blasetti (press relations manager Mercedes-Benz) “C’erano una volta in Italia le auto potenti. Rosse, Argento, Blu e Nere. Le vedevi, le sognavi, le compravi usate di seconda, terza o quarta mano. Perché la passione ti divorava.
E c’erano i meccanici maghi. Ricordo quello di una concessionaria di Roma che aveva il camice bianco. Era burbero, severo ma umano e quando la mia auto vecchia ma potente ebbe un problema serio, me lo risolse prendendo il costosissimo pezzo da un’auto incidentata.
Questo oggi è sparito, almeno in Italia. Perché le auto potenti nuove se ne vendono poche in Italia. Quelle irraggiungibili, da collezione, e quelle poche che si vendono dopo il primo proprietario, dopo quattro anni, se ne vanno all’estero. E i maghi hanno cessato l’attività o si dedicano alle utilitarie. Perché pochissimi possono permettersi di mantenerle.”
A Blasetti ha fatto Lidia Dainelli (direttore comunicazione Jaguar Land Rover) “La forma con la quale la tassa è stata concepita ha di fatto distrutto in Italia un segmento che rappresenta il fiore all’occhiello dell’automotive e ha generato un danno per tutto il comparto automobilistico. Tale danno ha un duplice aspetto, direi pratico e “filosofico”.
D’accordo su tutta la linea anche Pietro Innocenti (direttore generale Porsche Italia), che ha aggiunto: “il superbollo ha avuto effetti devastanti, sia sulle vendite, per Porsche contrazioni fino al 35%, sia sull’usato, che ha subito una svalutazione immediata, da cui le auto potenti non si sono ancora affrancate.”
Una volta di più, insomma, i legislatori hanno introdotto una norma che ha è andata nella direzione contraria a quella auspicata. Forse consultando gli addetti ai lavori del settore automotive si sarebbe potuta trovare una soluzione migliore ed efficace. Ad oggi, infatti, i rappresentanti delle case estere presenti si sono trovati d’accordo nel ritenere che l’eliminazione del superbollo si tradurrebbe in un aumento graduale della vendita si supercar, quindi un maggior gettito fiscale di IVA e di nuova crescita dell’indotto.