Cilindrata italiana media fuori dalla media europea. Qual è la potenza delle auto sulle strade italiane? A rispondere a questa domanda ci ha pensato Facile.it (https://www.facile.it/assicurazioni-auto.html) che, rielaborando i dati ufficiali del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha calcolato che la cilindrata media delle auto in circolazione in Italia è di 1.486 cc.
Una curiosa statistica che, ripensando ad appena 50 anni fa, vedrebbe stravolti questi dati. All’epoca, infatti, giravano le Fiat 850, molte 600, il “malato” di passione automobilistica rischiava di salire fino a i 1300 cc di una Giulietta o di una Lancia Fulvia. E le auto straniere, allora molto meno visibili sulle nostre strade del prodotto nazionale, non suonavano su uno spartito diverso, con le Mini (848 cc) o Renault 4 di pari cilindrata, passando per le Citroen Ami 6 o le Dyane con 602 cc.
Guardando ai dati di oggi però l’era “moderna” ha permesso di aumentare i centimetri cubi a disposizione, e non è raro vedere auto con motore da 3, 4 e anche 5 litri, anche se la tendenza più recente ha ridotto cilindrata ed emissioni, riuscendo grazie al progresso tecnologico ad aumentarne la potenza specifica.
Tornando alla statistica dei quasi 1.500 cc, il primo elemento che emerge è come la cilindrata delle automobili cambi sensibilmente tra le diverse aree del Paese, disegnando, ancora una volta, un’Italia a “due velocità”. Scorrendo la classifica si nota che i primi posti sono tutti occupati da province del Nord e del Centro; per trovare la prima “targa” meridionale bisogna scendere sino alla 24esima posizione, occupata da Isernia.
In vetta alla classifica si trovano Bolzano e Trento, sulle cui strade girano le auto che, in media, hanno la cilindrata più alta d’Italia, rispettivamente 1.664 cc e 1.625 cc. Valori che superano di oltre il 9% quello nazionale e sicuramente condizionati dall’elevato numero di fuoristrada diffusi in regione. Seguono in classifica Vicenza (cilindrata media 1.570 cc), Mantova e Treviso (entrambe con 1.568 cc).
Guardando invece alla classifica delle province con le automobili meno potenti al primo posto c’è Napoli; nella città metropolitana i veicoli hanno, in media, una cilindrata di 1.363 cc. Sul secondo gradino del podio rovesciato si posiziona Palermo, dove la cilindrata media è di 1.389 cc, mentre al terzo posto si trova la provincia di Carbonia-Iglesias, con un valore di 1.406 cc.
«Conformazione del territorio, tipologia di utilizzo e reddito del proprietario sono tra i principali fattori che determinano la scelta di un veicolo; non stupisce quindi vedere un divario marcato, in termini di cilindrata, tra le province meridionali e quelle settentrionali, che raggiunge addirittura il 20% se si confronta Bolzano con Napoli», spiega Diego Palano, responsabile BU Assicurazioni di Facile.it.
Ulteriore elemento utile a spiegare la differenze di potenza delle auto tra le province italiane è l’incidenza che la cilindrata ha sul costo dell’assicurazione, soprattutto in alcune zone del Mezzogiorno. A conferma di questo dato, Facile.it ha fatto una simulazione del costo dell’RCA per un automobilista residente a Napoli, considerando lo stesso modello d’auto, con identico utilizzo e alimentazione (benzina), ma con potenza differente.
Il primo è un veicolo con cilindrata 1.200 cc e 60 cv, il secondo ha invece 1.600 cc di cilindrata e 182 cv. Al netto delle promozioni applicate da singole compagnie assicuratrici, il miglior prezzo RCA ottenibile per il veicolo meno potente è di 614 euro annui, quello riservato all’auto con cilindrata più elevata è di 769 euro, appena il 25% più caro.