Gomme da dimenticare: pratiche illegali, per il 96,7% da evasione dell’Iva all’acquisto degli pneumatici e dal mancato versamento del contributo ambientale per la gestione dei Pfu (Pneumatici fuori uso): in Italia sono 122 le segnalazioni registrate, quasi una al giorno, 80 le aziende segnalate, di cui 50 con specifica documentazione e 14 operatori commerciali attivi in particolare online da siti registrati all’estero (soprattutto Germania, Usa, Belgio), oggetto di 34 segnalazioni, di cui alcune inoltrate al Comando Tutela Ambiente dell’Arma dei Carabinieri per approfondimenti.
Emerge dal primo report dell’Osservatorio sui flussi illegali di pneumatici e Pfu, una fotografia a 5 mesi dall’avvio di www.cambiopulito.it, la prima piattaforma di whistleblowing in Italia per la trasparenza della filiera del ricambio (oltre 50.000 aziende), che permette agli operatori la segnalazione online di pratiche irregolari che generano ogni anno 30-40mila tonnellate di Pfu “fantasma”.
Il report di CambioPulito promosso dai consorzi per la gestione Pfu Ecopneus, EcoTyre e Greentire (circa l’85% del totale nazionale), Legambiente, associazioni di categoria Confartigianato, Cna, Airp e Federpneus, è stato presentato a Roma, a 7 giorni dal via libera al Senato al Ddl per la disciplina del whistleblowing.
“Abbiamo anticipato i risultati per 4 ragioni – spiega Enrico Fontana, coordinatore dell’Osservatorio – su 122 segnalazioni solo una è stata cestinata perché inattendibile, il sistema funziona; la seconda, ora la geografia dei traffici dall’estero attraverso il nord est fino al mezzogiorno è chiara, e perché siamo alla vigilia di un nuovo momento di crisi nella gestione di Pfu causato da questi flussi.
Infine c’è un ritardo nelle risposte delle istituzioni che vogliamo sollecitare anche sulla questione cruciale della tracciabilità in particolare il Ministero dell’Ambiente”.
Per quanto riguarda le rotte dell’illegalità degli pneumatici e Pfu, secondo CambioPulito “in gran parte i flussi avvengono tramite vendite online, in particolare da società e siti web registrati all’estero (Germania, Usa, Belgio) che introducono pneumatici destinati al mercato nero su tutto il territorio.
Il circuito B2B (business to business) tra imprese e intermediari è poi responsabile di gran parte dei flussi con operatori esteri che evadono Iva e contributo: una concorrenza sleale con gomme a prezzi inferiori di circa il 20%”.
Dal Nord, in particolare dal Veneto, entrano illegalmente grandi quantità di gomme, con snodo logistico nelle province di Verona, Treviso e Vicenza. Numerose segnalazioni arrivano dalle province di Novara e Torino (Piemonte), Como, Bergamo e Cremona (Lombardia).
Le gomme poi vengono commercializzate al Sud: Campania (province di Napoli e Caserta), Puglia (le aree industriali di Foggia e Bari e la provincia di Brindisi), Sicilia (catanese), Calabria (Cosenza e Catanzaro), Basilicata (zona industriale di Potenza).
I consorzi e le associazioni di settore dell’Osservatorio denunciano così di “essere alla vigilia di una nuova emergenza proprio a causa delle quantità di Pfu eccedenti i target consentiti che si stanno accumulando presso gli operatori” per cui “serve la tracciabilità dei flussi che distingua quelli illegali da quelli regolari”.
“Un’iniziativa che ci fa capire che questo strumento funziona ed è applicabile nell’immediato – afferma Francesca Businarolo, primo firmatario della proposta di legge sul Whistleblowing – con una legge in dirittura di arrivo; uno stimolo per attivare la politica anche sulla tracciabilità su cui accolgo la richiesta”.
Il generale Sergio Pascali, Comando Tutela Ambiente dell’Arma dei Carabinieri ricorda, inoltre, che per questo “serve un ulteriore patto di reciproco sostegno” mentre Edoardo Zanchini, vice presidente nazionale Legambiente conclude che “CambioPulito è già una vittoria ma ora serve un impegno concreto per la fiscalità del settore in particolare sulla trasparenza dei pagamenti online”.
Tra i commenti riportiamo questo:
Daniela Galileo Spaggiari ·
Via Vannetti, 3 at Spaggiari Pneus
Questa è la prima tappa di un percorso lungo, ma neanche tanto lungo se le cose si vogliono fare. Il gruppo social Gommisti per Passione invierà alle varie Confederazioni, le richieste già inviate al ministro dell’Economia e delle Finanze Padoan e alle stesse Confederazioni per conoscenza. Preme sottolineare per le vendite online anche la concorrenza sleale attuata dai siti che hanno la sede nelle cosiddette “zone franche” e che si avvalgono della direttiva 2006 112 CE ex direttiva 77/388 CE art 3 paragrafo 3; ci chiediamo se vengono controllate le importazioni fatte dai privati. Evidenziamo inoltre come le rilevanti importazioni di pneumatici usati provenienti da tutta l’Europa vadano a incidere sul quantitativo nazionale dei PFU.
Facciamo dunque fronte unico per combattere evasione e brogli di ogni genere, in una ideale cordata di persone oneste che vogliono credere nella Legge e nell’Ordine – Maurizio Caldera
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