Auto nuova, un obiettivo in testa alle preferenze di molti, da sempre. La convenienza dell’auto condivisa però oggi spinge 6 italiani su 10 a rimandare, non acquistando un veicolo nuovo, e nelle aree extraurbane il dato è addirittura più alto che nelle città.
È quanto emerge dalla ricerca di AlixPartners presentata a #ForumAutoMotive, appuntamento di confronto della filiera della mobilità per l’analisi di idee e progetti sul futuro della circolazione in auto.
I servizi di car e ride sharing che oggi contano 4,5 milioni di utenti in Europa saranno sempre più protagonisti nei sistemi dei trasporti, con numeri in costante crescita: nei prossimi due anni Enjoy, Car2go, Share’ngo e gli altri operatori, ma anche Uber e i tanti player di passaggi condivisi, arriveranno a servire oltre 8 milioni di persone.
L’Italia è uno dei mercati strategici, con 1,1 milioni di clienti registrati che sono i più fidelizzati a livello internazionale.
Rinunciando ad una auto propria, per AlixPartners la condivisione di un veicolo è il terzo modo di spostarsi a motore, soprattutto in ambito urbano: il 76% degli italiani sceglie l’autobus, il 61% il taxi, il 31% il car sharing e il 27% il ride sharing.
Solo in Italia e in Germania si preferisce prendere per sé un’auto a tempo, piuttosto che condividere con altri un passaggio: in Francia e Gran Bretagna, Uber&Co supera il car sharing di oltre 6 punti percentuali nelle scelte degli utenti di mobilità.
Oltre alla riduzione dei costi, gli utenti sottolineano l’esigenza di zone di servizio più ampie ed auto più verdi per il car sharing, mentre per il ride sharing sono invocati maggiori controlli sui driver e trasparenza nelle tariffe.
Guardando al futuro, il 56% degli europei non è disposto a salire su un’auto condivisa a guida autonoma. Va peggio negli Stati Uniti, dove la contrarietà aumenta fino al 71%.
#ForumAutoMotive ha poi celebrato il progresso tecnologico made in Italy attribuendo il premio di “Personaggio dell’Anno” a Stefano Domenicali, presidente ed amministratore delegato di Lamborghini.
Per l’occasione, Domenicali, ceo di Sant’Agata Bolognese, ha parlato del nuovo SUV sportivo Urus, il cui exploit di ordini sta proiettando la Casa del toro a livelli di mercato finora sconosciuti, con il raddoppio delle unità prodotte fino a 7.000 in un anno ed enormi ritorni in termini di fatturato e redditività.
Per Domenicali, anche un marchio come Lamborghini non può esimersi dalla sfida della e-mobility, ma esclude al momento progetti full electric puntando invece sulle motorizzazioni ibride, che sfruttino le potenzialità delle power unit salvaguardando le specificità e le tradizioni di Lambo nei motori termici.
Con questa logica, una Aventador ibrida conserverà il V12 mentre la Urus beneficerà sempre del turbo. Niente trucchi come amplificatori elettronici per esaltare il sound, che deve preservare l’identità Lamborghini. Domenicali ha poi scartato un prossimo impegno di Sant’Agata Bolognese in Formula E.