PSA ha indetto il suo secondo appuntamento per capire e tastare dal vivo gli strumenti di assistenza alla guida noti come Adas (Advanced driver assistance systems).
Il graduale passaggio alla guida in modalità autonoma, che il gruppo francese sta sviluppando con il progetto Ava, parte dall’efficienza e conoscenza dei sistemi di sicurezza.
Ogni brand che rientra sotto l’egida PSA, oltre agli strumenti di sicurezza di serie, avrà delle componenti aggiuntive di assistenza alla guida rispondenti alle abitudini dei clienti che sceglieranno una Citroen piuttosto che una Peugeot.
Ad oggi sono stati percorsi circa 200.000 chilometri in modalità autonoma (livelli da 2 a 4), 230 persone lavorano al progetto e altrettante, classificate come non esperte, hanno testato i prototipi. I test sono serviti per verificare la facilità con cui è possibile delegare la guida fermo restando che il conducente ha sempre una supervisione del mezzo e può intervenire in qualsiasi momento.
Da un punto di vista tecnico le automobili sono dotate di una videocamera sul parabrezza, un radar e sensori laterali. La videocamera è multifunzionale: analizza e trasmette le informazioni dell’ambiente circostante allertando il conducente in caso di pericolo.
L’active lane registra le modalità di guida e avverte il conducente se non mantiene la traiettoria, può anche intervenire con una sterzata nel caso di superamento involontario della carreggiata. I sensori laterali ad ultrasuoni segnalano con un’indicazione sullo specchietto la presenza di un veicolo nell’angolo cieco.
I radar captano una distanza di sicurezza da 5 fino a 200 metri, la distanza intermedia può essere impostata dal conducente. La distanza della frenata automatica da un pericolo, invece, non può essere mappata, è di serie. Si tratta dell’ultimo intervento utile per impedire una collisione.
Sul modello DS 7 Crossback è previsto lo sviluppo di un quadro elettrico per la visione notturna ad infrarossi in grado di funzionare come assistente alla guida di notte e in condizioni di meteo avverse rilevando una temperatura di calore che va dai – 30° ai + 30°.
La guida autonoma consentirà maggiori comfort e libertà al conducente e allo stesso tempo ridurrà gli incidenti garantendo più sicurezza. La connessione tra i veicoli in seguito all’adeguamento infrastrutturale, con lo scambio costante di informazioni, permetterà la mobilità ovunque rendendo il traffico scorrevole e limitando i consumi di carburante.
Lo sviluppo tecnologico è in fase avanzata, ma purtroppo non si può dire altrettanto delle infrastrutture stradali e normative necessarie per il passaggio alla guida del futuro. È solo dalla fine del 2017 che l’Italia ha predisposto un piano di investimento per l’adeguamento infrastrutturale in ottica di servizi smart e veicoli automatici.
Stella Colucci