Pratiche e bellissime, con questa idea nella mente i progettisti di Opel iniziarono, 60 anni fa, a costruire la storia delle station wagon in Europa.
Le attuali Opel Astra Sports Tourer e Insignia Sports Tourer, infatti, hanno tutto quello che ci si aspetta da una wagon moderna: sono auto ideali per la famiglia e per viaggiare, e sono allo stesso tempo delle auto da lavoro e aziendali.
Le loro caratteristiche principali sono la flessibilità, un bagagliaio generoso e tanto spazio per i passeggeri, a cui si accompagnano comfort, tecnologia e un design sportivo ed elegante. L’attuale generazione di wagon Opel ha tutto questo e si inserisce nella lunga tradizione del marchio in questo segmento con auto pratiche da usare quotidianamente.
Dopo tutto, la Casa deve la sua reputazione anche alle potenti e affidabili station wagon che da decenni trasportano milioni di automobilisti. Dagli anni Cinquanta del secolo scorso Opel ha contribuito in modo significativo al successo delle wagon sul mercato europeo.
La brillante idea di poter utilizzare in maniera flessibile la stessa vettura per il lavoro e per la vita privata proviene da oltre oceano, ma è stato il costruttore di Russelsheim a portarla in Europa con la Olympia Rekord Caravan.
Opel presentò la sua prima vera wagon al Salone Internazionale dell’Automobile di Francoforte del 1953: la Olympia Rekord caratterizzata dal posteriore squadrato con i finestrini laterali, fu presentata come una vettura versatile accanto alla versione berlina. I due modelli avevano una carrozzeria tipo ‘ponton’ e la tipica calandra a forma di bocca di squalo.
La bellissima wagon aveva un nome che sarebbe diventato sinonimo di un’intera categoria di automobili: “CarAVan”. Secondo la leggenda, la combinazione dei termini “car (auto)” e “van (furgone)” fu il risultato della domanda “Is this car a van? (Quest’auto è un furgone?)” Oltre a CarAVan, i tedeschi chiamarono i nuovi modelli con questa carrozzeria “Kombi”, abbreviazione di “Kombinationskraftwagen”, ossia una vettura che univa le caratteristiche di due tipologie di veicoli, insomma auto pratiche.
A differenza dei precedenti furgoncini per le consegne, dalla forma prettamente squadrata, la Opel Olympia Rekord Caravan era una vettura particolarmente insolita per i tempi. Secondo la pubblicità Opel della nuova Caravan “Con pochi movimenti della mano e senza grande sforzo si possono abbattere i sedili posteriori e la Opel Caravan, elegante e rispettabile, si trasforma in un veicolo da trasporto di grande praticità e veramente economico”.
Unendo i vantaggi di una comoda berlina e quelli di uno spazioso veicolo per il trasporto, la Opel Olympia Rekord Caravan fu immediatamente un successo in Europa e diede il via al boom delle wagon.
Solo quattro anni dopo Opel salì di livello, presentando la Olympia Rekord P1 con asse anteriore con il nuovissimo doppio schema a quadrilateri e cambio sincronizzato a tre velocità con leva sulla colonna dello sterzo. Anche in questo caso Opel offrì la versione wagon che, a differenza delle berlina, fu chiamata semplicemente Olympia P1.
Il nome attirò un gran numero di clienti: nei soli primi due anni di produzione Opel vendette oltre 100.000 unità della versione wagon.
Nel segmento delle vetture medie, la percentuale di station wagon vendute aumentava costantemente, per cui negli anni successivi Opel portò la versione wagon anche nella categoria delle compatte, con la Kadett A.
La Opel Kadett Caravan rivoluzionò la classe delle compatte nel 1963. Un grande bagagliaio, tanto spazio per sei persone grazie alla terza fila di sedili, un motore nuovo e brillante e bassi costi di manutenzione: questi gli ingredienti della ricetta di successo della Kadett A.
Il profilo era razionale e moderno. La linea di cintura era bassa, i finestrini panoramici assicuravano un’eccellente visibilità e una linea ornamentale che correva lungo la fiancata ne sottolineava la forma allungata. I passaruota anteriori si fondevano con i gruppi ottici.
Lo spazio dell’abitacolo colpiva profondamente chi aveva posseduto fino a quel momento una vettura compatta tradizionale. Il bagagliaio era assai capiente e il tappo del serbatoio si trovava all’esterno. “Opel Kadett, in breve: O.K.”, scrissero i pubblicitari Opel, incapaci di evitare di punzecchiare la concorrenza di Wolfsburg.
“Basta con la puzza di benzina nel bagagliaio”, avvisavano infatti facendo l’occhiolino. Il moderno motore anteriore raffreddato ad acqua costituiva per la Kadett un altro fondamentale vantaggio progettuale rispetto al Maggiolino. Il quattro cilindri da 993 cc all’epoca generava 40 cavalli.
Le vendite di station wagon toccarono nuovi record: Opel costruì quasi 650.000 unità della Kadett A in tutte le versioni fino al 1965, anno in cui la produzione terminò. Di esse, quasi un quarto fu una wagon. Ai tempi in Germania quasi una wagon su due veniva costruita a Russelsheim.
La gamma della Opel Rekord C, vettura più importante e alto di gamma, era molto variegata: lanciata nel 1966, consentiva ai clienti di scegliere tra berlina a due e quattro porte e station wagon a tre e (per la prima volta) cinque porte. Opel proponeva la Rekord C anche in versione furgonata senza finestrini laterali posteriori. Cinque motori, da 43 kW/58 CV a 70 kW/95 CV, permettevano di avere le prestazioni adatte a qualsiasi necessità.
I clienti apprezzarono quest’ampia scelta e la Rekord C divenne la Rekord di maggior successo, superando per la prima volta in Opel il milione di unità vendute. Dalla linea di produzione ne uscirono in totale ben 1.253.161. Un onore speciale spettò a una bianca Rekord C Caravan che nel 1971 fu ufficialmente la diecimilionesima Opel prodotta.
Nel 1970 Opel presentò poi una nuova generazione di wagon che, oltre a mantenere le loro caratteristiche di trasporto, erano prevalentemente rivolte alla famiglia e al tempo libero e si distinguevano per caratteristiche più sportive e lifestyle.
Opel presentò un primo modello nel 1968 al Salone Internazionale dell’Automobile di Ginevra con la concept Commodore Voyage. Questa grande wagon aveva speciali pannelli laterali in simil-legno che ricordavano le “woodies” americane.
La concept non fu mai prodotta in serie, ma aprì la strada ai nuovi esperimenti condotti presso l’Opel Styling, come si chiamava allora il Centro di Design. Alla fine degli anni Sessanta e all’inizio degli anni Settanta i progettisti lavorarono a diverse wagon, eleganti e slanciate, con grandi vetrature.
Tutte venivano chiamate “Voyage” per evidenziarne il design considerevolmente più lussuoso e più orientato al tempo libero. I tempi erano maturi per una nuova generazione di wagon che unissero naturalmente spaziosità e lusso con grandi superfici vetrate che aumentavano il senso di spazio.
La concept giunse sul mercato nel 1970 con il nome di Ascona Voyage (accanto alla normale versione wagon) e aveva i caratteristici pannelli laterali in simil-legno e il tetto in vinile. Il nome della Voyage spiegava qual era la tendenza storica delle wagon. Nasceva così l’antenata della “Shooting Brake” e Opel dimostrava di essere ancora una volta un costruttore pionieristico.
Il costruttore di Russelsheim restava contemporaneamente fedele al proprio impegno di costruire vetture prevalentemente pratiche ma caratterizzate da un bellissimo design. A partire dal 1972, la Rekord D arricchì la gamma delle vetture di classe media superiore.
Disponibile in versione berlina, coupé e ovviamente caravan a tre e cinque porte, aveva un aspetto definito da forme nette e da linee rette. La versione caravan fu dotata per la prima volta di motore diesel. Per evitare incomprensioni tra i clienti, la nuova generazione di Rekord fu inizialmente proposta con l’abbreviazione “Rekord II” invece di “D” per diesel.
Nella prima metà degli anni Ottanta Opel quindi investì più di due miliardi di marchi nella Omega, una vettura completamente nuova e tecnicamente sofisticata. La nuova media, lanciata sul mercato nel 1986, si distingueva per l’aerodinamica rivoluzionaria. La berlina aveva un Cx di 0,28 e la station wagon vantava un eccellente 0,32 considerate le dimensioni, pari a 4,73 x 1,77 x 1,48 metri (lunghezza/larghezza/altezza).
Questo incredibile risultato fu raggiunto grazie a miglioramenti tecnici come la realizzazione di superfici fluide, i vetri a filo, i tergicristalli a scomparsa e il posteriore molto inclinato, tutti elementi che contribuirono a ridurre i consumi di carburante.
Ma la più grande sorpresa arrivava quando i proprietari della Omega Caravan aprivano il portellone. Il termine bagagliaio non riusciva a descrivere completamente questo vano bagagli di dimensioni extralarge. Su una superficie di carico piatta lunga fino a 1,98 metri, la wagon poteva trasportare 1.850 litri di bagagli o altri oggetti. Si potevano caricare fino a 630 chilogrammi con grande facilità, dato che l’altezza della soglia di carico era di soli 60 centimetri.
I tecnici resero la Omega Caravan sempre sicura e comoda, anche a pieno carico, progettando l’originale telaio di sicurezza DSA (DSA = Dynamic Safety Action) che, insieme al sistema antibloccaggio dei freni (ABS) di serie, assicurava la massima stabilità anche nelle situazioni più critiche.
Apparve a questo punto il nome Astra. Costruita tra il 1991 e il 1997 in circa 4,1 milioni di Astra F, diventò così la Opel più venduta di tutti i tempi. Lo sviluppo si concentrò sull’unione di design moderno e abitacolo spazioso, maggior comfort e protezione dell’ambiente.
La vettura che succedette alla Kadett prese il nome dal modello britannico (la quarta generazione di Kadett era stata venduta nel Regno Unito con il nome di Vauxhall Astra dal 1980).
La spaziosa Astra Caravan ebbe un grande successo fin da subito. I clienti privati mostrarono di preferire la versione Caravan Club, riccamente equipaggiata e con motori fino a 115 CV. Con il nuovo modello Opel lanciò un’offensiva sulla sicurezza.
Tutte le Astra offrivano un sistema di cinture di sicurezza attive con tensionatori sulle cinture anteriori, cinture regolabili in altezza e protezioni laterali come le doppie barre di rinforzo in acciaio in tutte le portiere. Tutti i propulsori furono dotati di marmitta catalitica.
Si arriva così al 2009: Opel scrisse un nuovo capitolo nella storia delle wagon. La Opel Insignia Sports Tourer esprimeva già nel nome l’aspetto dinamico concepito dai progettisti per la nuova wagon Opel nel segmento delle medie: una vettura atletica ed elegante.
La wagon lifestyle era dotata di tecnologie di vertice e di una carrozzeria sportiva e di qualità elevata e aveva la stessa eleganza atletica e la medesima potenza della berlina. Con i fari a forma di ala e la caratteristica lama Opel sulle fiancate, Insignia introdusse la nuova epoca del design Opel caratterizzata dalla filosofia stilistica “L’arte scultorea incontra la precisione tedesca” che da quel momento in poi fu alla base di tutti i modelli futuri della Casa di Russelsheim.
L’affascinante carrozzeria si abbinava a tecnologie di vertice: i clienti potevano scegliere da un’ampia gamma di motori composta da cinque unità benzina e quattro turbodiesel con potenze da 81 kW/110 CV a 191 kW/260 CV e fino a 400 Nm di coppia. Grazie alla nuova trazione integrale attiva con telaio FlexRide, la Sports Tourer si distingueva per l’eccellente stabilità e la trazione ottimale, oltre che per la massima maneggevolezza in qualsiasi situazione.
Su questo modello debuttò anche la telecamera anteriore Opel Eye con sistema di riconoscimento cartelli stradali e Allerta in caso di involontario superamento dei limiti di carreggiata. I sedili ergonomici e dotati di numerose possibilità di regolazione, certificati dagli esperti di postura dell’associazione indipendente tedesca AGR,
aumentavano il comfort.
La wagon si era trasformata da vettura pratica a compagno lifestyle e flessibile per ogni viaggio, con un livello elevato di comfort e wellness.